venerdì 19 settembre 2014

Gli strumenti del geobiologo



I vari strumenti utilizzati nelle indagini biofisiche, rappresentano “un prolungamento del corpo” come degli arti artificiali più sensibili, che stanno in un equilibrio precario, in modo tale che i muscoli quando vengono sollecitati da un campo radiante, cedendo di tono in modo impercettibile fanno scattare o muovere questi strumenti. 

Molti geobiologi infatti, si fidano del tipo di riflesso muscolare (in base alla zona del corpo) per valutare il tipo di segnale.

Ma quali sono le varie tipologie di queste antenne?

Non esiste un’antenna che capta ma è solo l’uomo la vera antenna. Esistono svariati strumenti che nel tempo si sono sviluppati e migliorati, anche se mediante l’utilizzo di un’antenna si potrebbe rilevare un po’ tutto.

- Pendolo: si utilizza per rilevare differenti geopatie (falde, faglie, nodi e reti geomagnetiche..);

- La forcella di nocciolo: per la ricerca dell’acqua;

- La forcella di acciaio: punta conduttore (oro), per la ricerca dell’acqua;

- La forcella in nylon (teflon): per la ricerca delle acque e le faglie;

- La verga di nocciolo: per la ricerca dell’acqua;

- Il Biotensor o Biotester: per la ricerca medica, sintomatologie, ricerca di geopatie fisiche;

- L’antenna di Hartmann: per la rete di Hartmann e Curry

- L’antenna Omega: rileva la rete di Hartmann e quella di Curry;

- La bacchetta rade-master o a L: rileva l’acqua, Hartmann e Curry;

- L’antenna Lecher: differenti geopatie.

Strumenti tecnici:

Esistono in commercio strumentazioni tecniche, in grado di rendere “scientifica” questa indagine, capita però spesso che diano risultati parziali o di difficile interpretazione, qui di seguito sono elencati alcuni strumenti:

Geomagnetometro: misura le anomalie del magnetismo terrestre;
Scintillatore: strumento utilizzato in alcuni centri di ricerca, che analizza i campi energetici provenienti dal suolo;

Rilevatore Geiger: rileva le radiazioni di tipo ionizzante

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